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Ad Amsterdam il baule più caro. Era di Mazarino

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La cassapanca di Mazarino.
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Il baule appartenuto al Cardinal Mazzarino.

Il baule appartenuto al Cardinale Mazarino.

Giulio Raimondo Mazarino, cardinale cattolico di origini abruzzesi, non è stato solamente un grande uomo politico, Primo ministro di Francia alla corte del Re Sole: è stato anche un raffinato collezionista, soprattutto di diamanti e gioielli. La sua personalità e il suo gusto sono talmente tanto riconosciuti da aver spinto il museo Rijksmuseum di Amsterdam (riaperto da poco) a sborsare una somma, davvero ingente, pur di avere un pezzo a lui appartenuto.
L’occasione si è presentata durante l’asta annuale organizzata da Phlippe Rouillac al castello di Cheverny in Francia, dove era in vendita la cassapanca in lacca giapponese, che alcune fotografie di fine XIX secolo attestano proprio a Mazzarino. Così il museo olandese, senza indugio, ha sborsato la strabiliante cifra a sei zeri: 7.311.000 euro. E pensare che era stimata 200 mila euro. «È la più grande vendita all’asta dell’anno in Francia», esulta Rouillac, «il Rijksmuseum ha avuto l’intelligenza di raccogliere il sostegno dei più grandi mecenati d’arte». Pur di aggiudicarsi il coffre Mazarin, l’istituzione ha sensibilizzato parecchi sponsor.

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Un particolare del baule di Mazzarino.

Un particolare del baule di Mazarino.

La cassapanca. Prodotta nell’era Edo (intorno al 1640) nell’opificio dell’Imperatore del Giappone,  su commissione della Compagnia olandese delle Indie Orientali, già dal 1658 è attestata fra le proprietà del Cardinale. Nell’Ottocento, la troviamo, insieme ad altri preziosi, in Inghilterra: comprata dal duca Hamilton. Poi, più nessuna notizia. Pensiero comune era che fosse stata distrutta sotto le bombe della seconda guerra mondiale. A dispetto di tutti, invece, si trovava in una bella casa borghese nella Valle della Loira, dove gli ormai ex proprietari l’avevano ridotta in un mobile-bar. Il baule, lungo 145 cm, è decorato con una raffinatezza unica: nel pannello principale è disegnata la storia del principe Genji; il retro, invece, è decorato con rami di magnolia e uccelli, in tipico stile della scuola giapponese del Eitoku Kano. Finalmente, grazie a questa nuova acquisizione, il gioiellino in legno torna a risplendere, e smette di essere un mobile bar.


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